Il carburante biodiesel dai semi di una pianta tropicale

Con Specchìasol la sperimentazione parte dal Salento
Giuseppe Maria Ricchiuto: "Si apriranno scenari inimmaginabili"

L’Azienda Agricola San Demetrio di Specchia - opificio appartenente al Gruppo Specchiasol - da alcuni mesi sta coltivando la pianta tropicale Jatropha Curcas in tre campi sperimentali al fine di selezionare le migliori 'cultivar' per la produzione di olio vegetale. La Specchiasol, che ci aveva abituato all'eccellenza nei settori fitofarmacologici, dei prodotti naturali per il benessere e la salute, non smette di stupire. Tra le prime aziende europee della medicina naturale, la prima in Italia, la Specchiasol è frutto della brillante capacità imprenditoriale del salentino Giuseppe Maria Ricchiuto, che la fondò a Verona nel 1973, mai dimenticando le sue origini. Presso l'Azienda Erboristica di San Demetrio, avviata nel 1992, su un'area di 150 ettari vengono coltivate con agricoltura biologica più di 100 specie di piante officinali ed aromatiche, destinate all'industria erboristica, cosmetica ed alimentare. Oggi anche a quella energetica. "Certo non per caso - ha dichiarato il Presidente della Specchiasol ai nostri microfoni - la coltivazione della Jatropha fa parte del programma di sviluppo e ricerca Specchiasol. Noi ci occupiamo di innovazione tecnologica anche nel campo dei generi alimentari. Lavorando nelle biotecnologie abbiamo anche elementi da utilizzare nelle biomasse. Abbiamo individuato questa pianta, dal cui frutto si può ottenere il 40% di olio combustibile, che cresce alle falde del Kilimangiaro e per la prima volta in Italia ed in Europa ne stiamo sperimentando la coltivazione. Se riuscirà, avremo una grande opportunità che si aggancia alle esigenze del futuro per le biotecnologie".
Dott. Ricchiuto, quando si potranno registrare risultati certi?
Tra due o tre anni si potrà vedere se il frutto darà le aspettative che stiamo perseguendo.
Una volta ottenuto il prodotto, sarà sempre la Specchiasol ad occuparsi della produzione del biocarburante?
Prima dobbiamo stabilire se è possibile ottenere questo combustibile per i motori. Di certo intensificheremo la produzione delle piante, con l'intendimento di sviluppare anche la filiera produttiva, che va dall'agricoltura al prodotto finito. Poi la commercializzazione avverrà secondo quanto previsto dalle Leggi.
Se il progetto troverà riscontri, si apriranno scenari inimmaginabili.
Si, inimmaginabili. Questa pianta non da solo olio combustibile: i suoi residui possono essere utilizzati come fertilizzanti, oltre a possedere anche proprietà anti-tumorali.
Ma i progetti della Specchiasol non si fermano qui. Cos'altro ha in mente?
La coltivazione di una pianta, la Stevia rebaudiana, il cui potere dolcificante è 300 volte superiore a quello dello zucchero. E completamente vegetale, può essere usato nei prodotti da forno e sostituisce totalmente l'as-partame che, come si sa, in dosi elevate è cancerogeno. Questo dolcificante è usato in tutte le parti del mondo tranne che in Europa, poiché una Commissione ne ha proibito il commercio.
Pare di capire che lobby potenti difendono l'aspartame.
Penso di si, anzi, potrei dire molto di più....   Eppure   la Stevia rebaudiana è una pianta meravigliosa, cresce molto bene nelle aree del mediterraneo e potrebbe essere fonte di grandi risorse per l'agricoltura della nostra terra.
La cosa che di Lei più è apprezzata nel Salento, dott. Ricchiuto, è l'aver raggiunto al Nord grandi traguardi imprenditoriali senza mai dimenticare la terra d'origine, nella quale non torna solo per le vacanze, ma per investire e creare economia.
Come si fa a dimentica la propria terra? Ho l'orgoglio della salentinità, non potrei vivere senza ricordare le mie radici; per me tornare a Lecce, a Specchia è vitale per ricaricarmi e affrontare le avventure della vita con entusiasmo.
Questo rappresenta anche la sua spinta vitale per fare impresa?
Alla base del "fare impresa" devono esserci forti motivazioni.
Che non sono quelle del "far soldi"?
No, il denaro è l'ultima cosa. Esso è solo un mezzo, non il fine. I soldi servono
per costruire, far crescere la propria attività, conquistare altri mercati. Il buon imprenditore ama l'impresa e viene nutrito dalla soddisfazione di dare possibilità e sicurezza a chi lavora per lui. E devo dire che più colleghi conosco, più vedo che sono animati da questo stesso spirito, non dall'avidità di denaro.
Dunque anche veder crescere il territorio dal quale si proviene deve essere fonte di soddisfazione. Per la sua Specchia quali altre iniziative ha in serbo?
Vorrei sviluppare San Demetrio, che ha potenzialità enormi, caratterizzando alcuni prodotti. Ad esempio, abbiamo coltivato del farro dalle cui analisi, effettuate dall'Università di Milano, risulta essere un "cultivar" unico. Per le sue caratteristiche locali avremo finalmente un cereale tipico del Salento. Sto motivando alcuni ragazzi a far sì che creino una filiera da questo farro con la produzione di tutti i prodotti da forno connessi. Questo è il mio impegno per Specchia.